Luigi Amedeo, il Duca degli Abruzzi

di Redazione

Nato a Madrid nel 1873, Luigi Amedeo Duca degli Abruzzi, il terzogenito di Amedeo e Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna, comincia poco più che infante la sua carriera nella Marina, all’età di sei anni, in qualità di mozzo. Lo spirito dell’avventura e della scoperta fu la costante della sua vita fin da giovane, quando allievo dell’Accademia navale di Livorno visitò Spagna e Portogallo. Sono gli anni della formazione per il giovane Duca, che a bordo della Nave Scuola “Amerigo Vespucci” arriva fino in America del Sud e sulla “Volturno” visita le coste dell’Africa orientale, mentre tra il 1894 e il 1896 a bordo della nave “Colombo” faceva il giro del mondo, effettuato una seconda volta tra il 1903 e il 1905 ma questa volta come comandante della nave “Liguria” col grado di Capitano di Fregata.

La sua impresa più celebre resta tuttavia quella a bordo della baleniera “Stella Polare”, con la quale effettuò tra il 1899 e il 1900 la spedizione al Circolo Polare Artico, arrivando con il suo equipaggio alla latitudine più alta mai raggiunta da una imbarcazione. È in quell’occasione, a seguito di uno sfortunato incidente con la slitta durante un’esercitazione, che il Duca subì l’amputazione di due dita incancrenite.

L’incidente tuttavia non gli impedì di compiere ulteriori importanti imprese. Dotato di grande resistenza e di prestanza fisica, Luigi Amedeo si dedicò con successo anche all’alpinismo, scalando le vette, tra le altre, del Monte Bianco e del Cervino: una delle sue imprese più famose in questo campo fu, nel 1897, l’ascesa alla vetta del Monte Sant’Elia in Alaska, a oltre 5000 metri di altezza, il primo uomo a raggiungerla. Non fu questo l’unico primato raggiunto dal Duca degli Abruzzi: nel 1906, con la sua compagnia, esplorò le montagne del Ruwenzori, nell’Africa centrale, tracciandone la topografia fino ad allora sconosciuta; nel 1909 fu il primo uomo a raggiungere l’altezza di 7498 metri sul Karakorum, nell’Himalaya occidentale.

Grande studioso e conoscitore delle scienze, portò la sua esperienza nella Somalia Italiana, dove dal 1919 si dedicò alla costituzione di una colonia agricola sul corso del fiume Uebi Scebeli, di cui studiò il corso fino alle sorgenti, fino ad allora sconosciute, ed è proprio nella colonia che aveva contribuito a fondare che, debilitato dai climi tropicali, il Duca degli Abruzzi sarebbe morto, il 18 marzo 1933.


In copertina: particolare dell’illustrazione raffigurante Luigi Amedeo tratta da “La tribuna illustrata della Domenica” del 21 maggio 1899